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Professione coach

Trasformare il mondo della scuola

diariodishangai2Diario di Shanghai – Giorno #2 

La sessione ha un titolo impegnativo: “SCRUM come strumento pedagogico nell’educazione vocazionale in Finlandia“. Ho seguito affascinato Otto Burman (il finlandese di cui al post precedente) mentre raccontava di un investimento pubblico di oltre 7mila euro a studente per oltre 2mila studenti per implementare la metodologia SCRUM nella scuola secondaria. Il fondo viene gestito dagli allievi per l’intero corso di studi (triennale) e per molte materie. Gli studenti lavorano in team e ciascun team ha al suo interno un coach, che è anch’esso uno studente (nel gergo SCRUM i coach si chiamano “SCRUM master”) mentre il docente ha il ruolo che nella metodologia Agile è chiamato Product Owner (ai curiosi consiglio questo video).
Al di là di queste sigle, comunque, l’aspetto interessante è che nella formazione scolastica possono essere utilizzate metodologie di lavoro in team identiche a quelle impiegate nell’industria (del software, ma non solo). Il risultato è che al terzo anno, oltre ad aver appreso le materie curricolari, gli studenti hanno imparato a servirsi della metodologia innovativa che va per la maggiore nei team di lavoro in tutto il mondo.
Tra l’altro, Otto ha effettuato una analisi statistica degli effetti dell’introduzione di questa metodologia su tre variabili, misurandole prima e dopo dieci mesi di applicazione di questo metodo di lavoro. Le tre variabili che ha definito (con rigore e standard scientifici) sono già interessanti di per sè: apprendimento dell’imprenditorialità, titolarità dell’apprendimento, gioia nell’imparare. Non posso discuterne i risultati qui, ma posso dire che sono statisticamente rilevanti e che tutti e tre questi aspetti sono risultati potenziati dopo dieci mesi.

diariodishangaiLa sessione successiva (The five disfunctions of an improvised Comedy Troupe) a cui ho partecipato era un workshop di improvvisazione teatrale tenuto da due membri del team di Microsoft Skype applicata a supporto del lavoro di squadra; eravamo circa quindici partecipanti di nazionalità mista (Cina, Australia, Germania, Finlandia e ovviamente Italia :-)) e al momento si qualifica come la più divertente, intensa e motivante di questa conferenza. Ancora più sorprendente perchè tenuta da due manager di un’azienda che frequento da vent’anni (Microsoft) e che ultimamente non mi appare così vivace!

La mia sessione sulle emozioni nei team era subito dopo questa, e devo dire che non è stata all’altezza di queste due, ma se siete curiosi qui trovate le slide.

Penultima fatica della giornata è stata bere un paio di bicchieri di vino chiacchierando di coaching con un gruppo di SCRUM masters di varia nazionalità con la caratteristica comune di lavorare in continenti diversi da quello della loro nazionalità (la SCRUM master di Praga che lavora in Australia, il bielorusso che lavora in Sudafrica, l’indiano che lavora in Cina e così via…). L’argomento della conversazione? A parte il coaching, la sconfitta elettorale del premier australiano Tony Abbott, i migranti in Europa e una domanda di un collega australiano sulla politica italiana dopo Ilona Staller (giuro!). Ho dovuto rispondere che quelli erano tempi d’oro, rispetto a oggi!

L’ultima fatica è stata scrivere questo post alle due del mattino ora locale, complice il jetlag e la concentrazione che deriva dal fatto che qui in Cina Facebook, Google e Twitter, non si raggiungono. Ovviamente un sistema per aggirare il blocco l’ho trovato, ma in ogni caso è un po’ più scomodo, quindi meno distrazioni!

David Papini

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