SAPER DIRE NO. IL PASSER
Quando non vuoi fare qualcosa,
rifiuta esplicitamente di partecipare.
(Software for your Head)
Ore 20.03. Esco tardi dall’ufficio e piove. La settimana pesa sulle spalle e sugli occhi: quasi mi addormento sul tram mezzo vuoto. Finalmente arrivo a casa e mi schianto sul divano. Mentre cerco di mettere insieme le energie per prepararmi la cena, con mezzo pensiero alla serata di telefilm che mi aspetta, il display del telefono si illumina. È Marco: “Stasera andiamo a ballare. Vieni? Daiiii ci sono tutti!”.
Il film parte immediatamente nella mia testa: dormo un’oretta, poi mi alzo, ceno, mi vesto e alle undici e mezza esco. Beviamo una cosa con gli altri e poi andiamo a ballare. Torneremo alle tre, ma fa niente, tanto domani è sabato… Il film si inceppa rovinosamente contro la banale domanda: sì, ma hai voglia di uscire?
Certo, Marco è single da poco e ha voglia di distrarsi, sarebbe gentile dargli una mano, e sarebbe bello rivedere gli amici, però… però io sono morta. E poi domani devo andare a cena con Paolo, non posso essere uno zombie. Insomma non mi va.
Prendo il telefono e finalmente digito la mia risposta: “Oi Marco, mi sa che io stasera passo.”
Dire di no è sempre difficile. Sul lavoro, come nella vita privata, dire apertamente “stavolta no” è faticoso, e richiede coraggio. Ogni volta che dico di no penso che poi perderò qualcosa, o che gli altri penseranno che se stavolta non ci sono è perché non mi importa di loro… e allo stesso tempo, saper “passare”, ogni tanto, è salutare, perché ricorda a me e agli altri che non sono infallibile e onnipresente.
I creatori dei Core Protocols hanno inventato un protocollo specifico per standardizzare e rendere gestibili senza drammi queste situazioni. È il protocollo “Passer” e prevede che chiunque in qualsiasi momento possa “passare”, cioè rifiutare di esprimersi su un certo argomento o di svolgere una certa azione.
In cosa si distingue dal CheckOut? Il Passer è a breve termine: chi passa è ancora coinvolto nella riunione/situazione. Non partecipa a questa decisione, ma alla prossima – salvo diversa indicazione – sarà presente. Non per niente, la frase standard del protocollo è: “Io passo, e ci sono.”
Se le persone compiono azioni perché sentono che è quello che ci si aspetta da loro, si prendono una vacanza dalle loro responsabilità. Per questo, il diritto – o meglio il dovere – di passare quando si vuole deve essere sempre rispettato. Il prezioso rovescio di questa medaglia, infatti, è che ogni individuo sarà ritenuto responsabile di tutte le sue azioni.
Giulia Mandrioli