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Core Protocols,  PNL

Oggi non me la sento. Il CheckOut

Se l’obiettivo è raggiungere dei risultati concreti
 e tu non puoi contribuirvi, devi abbandonare il campo.

(Software for your Head)

 

uscita-di-sicurezza

Mercoledì mattina. Sono stanca e sono indietro. Ieri ho lavorato troppo per supplire alle mancanze di Antonella, e quando finalmente sono tornata a casa – dopo cena – i bambini erano già a letto. Oggi, per portarli a scuola – in ritardo – sono entrata in ritardo al lavoro. E venerdì dobbiamo consegnare il progetto, e siamo indietro. E come se non bastasse,  stamattina il capo ha indetto l’ennesima riunione per “fare il punto”. Così mi ritrovo qui: tra Sandro, che gioca a Candy Crush, e Antonella, in piena crisi d’ansia. E il capo – ovviamente – che pontifica da solo, e aumenta il carico di lavoro, invece di ridurlo. Non mi resta che staccare il cervello, accendere l’iPad, e controllare le mail. Almeno farò qualcosa di utile.

Capita a tutti, prima o poi. Sei sommerso di lavoro, e ti precettano per una riunione. Vorresti essere ovunque, ma non a questo tavolo, con queste persone, che in questo momento non hanno niente da dirti. In queste occasioni, i team che adottano i Core Protocol utilizzano il CheckOut. Vale a dire che invece che rimanere simulando la presenza, comunicano apertamente agli altri membri che – fino al prossimo CheckIn – non potranno fare affidamento su di loro. In pratica, facendo CheckOut, ammetti la tua incapacità di contribuire nell’immediato.
Sembra imbarazzante, no? Siamo talmente abituati a considerare la presenza fisica più importante della presenza reale, che ci sembra molto meglio stringere i denti e resistere fino alla fine della riunione, piuttosto che dichiarare di avere altro da fare. Altrimenti, chissà gli altri cosa penseranno. Tuttavia, se ti allontani (anche rimanendo fisicamente nella stanza), senza avvisare gli altri membri del gruppo, stai implicitamente dicendo ai colleghi che né tu né il team siete importanti. A pensarci bene, è quello che succede in quasi tutte le riunioni di quasi tutte le aziende… tante persone che contano i minuti nella stessa stanza, aspettando solo di poter tornare a fare il loro lavoro.
Al contrario, usando il CheckOut, dimostri di considerare prezioso il tuo tempo e quello degli altri, e risparmi al resto del team la fatica – e quindi il costo – di fingere che tu sia presente. Inoltre, vedere te stesso come qualcuno che non può sempre contribuire vuol dire riconoscere una verità su te stesso, e creare la stessa opportunità per gli altri. L’obiettivo è che la tua presenza fisica significhi presenza reale.

Infine, dopo un primo momento di imbarazzo, ti senti bene, perché stai agendo con coerenza… molto meglio che restare inchiodati in riunione, no?

Giulia Mandrioli

 

Se volete provare a utilizzare questo protocollo o approfondire il tema del post, David Papini vi aspetta per una sessione gratuita su Skype (alzaiacoach) giovedì prossimo (11.12.2014) dalle 18.30 alle 19.30.

 

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