R.H. Stoddard
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Il perchè di una freccia in volo

R.H. Stoddard
R.H. Stoddard

Qualche settimana fa una cliente mi ha chiesto perché ho scelto lo slogan “la vita è un volo di freccia” come sottotitolo di Alzaia. Ho deciso di condividere la spiegazione e quello che ne è scaturito in seguito.

“Life’s an arrow’s flight” è un verso di una poesia del poeta e critico letterario americano, Richard Henry Stoddard, vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo . Prima che la mia cliente me lo chiedesse, non sapevo nulla di lui (addirittura attribuivo erroneamente il verso a Robert Burns, il poeta simbolo della Scozia). Il verso mi accompagna da quasi trent’anni, da quando al ginnasio ho imparato a memoria la poesia, come compito a casa assegnato dalla professoressa di inglese. Da allora non l’ho più scritto o recitato ad alta voce, ho solo continuato a ricordarlo, come accade a vecchie memorie che ti rimangono attaccate e continuano a tornar fuori nel corso degli anni (non so se vi capita, ma io ne ho un po’: citazioni, pezzi di poesie, frasi in greco e latino, tutte rigorosamente frammentarie). Il resto della poesia e l’autore, li avevo completamente dimenticati, rimaneva solo la potenza del frammento.

Poi ho passato i quarant’anni, e il verso ha assunto una nuova forza, perché parla della vita, e la vita va avanti. Un altro frammento, di vent’anni fa, è “aveva quarant’anni, l’età in cui è più forte il ricordo del padre” (lo attribuisco, ma anche qui mi confondo, a Corrado Stajano nel libro “Un Eroe Borghese”).

Quando ho iniziato a lavorare come counselor il verso è diventato ancora più presente e ho iniziato a usarlo come titolo di un mio blog e infine è diventato il sottotitolo di Alzaia, perché il mio lavoro è lavorare con le vite (la mia e quelle degli altri) e amo l’idea di direzione (quella che si ha o quella che si cerca) nella vita insieme all’idea di volo che a sua volta mi dà il senso di leggerezza, movimento e libertà.

Infine, in questa metafora della vita trovo anche il senso di velocità, che suona anche come avvertimento: la vita è breve, non resistergli, continua a cambiare e vivi pienamente.

Dopo aver risposto alla mia cliente (con una versione breve di ciò che ho scritto qui :-)) mi è venuta voglia di cercare la poesia che non ricordavo e verificare il suo autore e ho scoperto che questa sua poesia è abbastanza diffusa su Internet (in realtà sembra l’unica della sua opera che viene citata spesso). Mi sono chiesto quando e dove l’avesse pubblicata per la prima volta e ho cercato nell’opera completa di Stoddard (si trova su Amazon ma anche online) ma non sono riuscito a trovarla in nessuno dei suoi libri. Però ho scoperto che la poesia è stata più volte pubblicata su vari giornali americani a cavallo tra i due secoli, in quelle pagine di miscellanea dove i lettori trovavano, curiosità, brevissime notizie, ricette etc. un po’ come la rubrica “Lo sapevate?” della settimana enigmistica. Per cui ad esempio, l’ho trovata a pagina 4 del Kansas City Journal di sabato 5 Marzo 1898 o anche nel resoconto di una performance musicale sul New York Tribune del 5 gennaio 1909. Quindi pare che la poesia sia stata popolare per più di un secolo.

Questa è la versione completa (la traduzione è mia):

Il volo della freccia

La vita dell’uomo è un volo di freccia,
Dall’oscurità alla luce
E dalla luce all’oscurità ancora
Forse verso il piacere, forse verso il dolore!
Deve esserci qualcosa
Sopra, o sotto.
Un arco potente, nascosto da qualche parte,
Una mano che non si stanca
Un occhio che non dorme
Che vede la freccia volare, e volare;
Uno che sa perchè si vive e si muore.

The Flight Of The Arrow

The life of man Is an arrow’s flight, Out of darkness Into light, And out of light Into darkness again; Perhaps to pleasure, Perhaps to pain! There must be Something, Above, or below; Somewhere unseen A mighty Bow, A Hand that tires not, A sleepless Eye That sees the arrows Fly, and fly; One who knows Why we live—and die.

R.H. Stoddard

Tutto il testo offre parecchie suggestioni (e capisco perché al mio orecchio di diciottenne obbligato a impararla a memoria sia rimasto il senso di qualcosa che avrei apprezzato solo in un futuro remoto :-)) e in qualche post successivo magari ne parlo ancora.

Sempre sul tema della freccia, un altro clienti mi ha detto: “Lo slogan di Alzaia è tratto da Paolo Coelho, giusto? Si applica perfettamente al coaching”. Sono rimasto sorpreso, perché conosco l’opera di Paolo Coelho, ma mi doveva essere sfuggito un libro in cui si parlasse della vita come volo di freccia, ma poi ho trovato questo sul blog di Paolo Coehlo (la traduzione è mia)

“La freccia”
La freccia è la tua intenzione. E’ ciò che unisce la forza dell’arco al centro del bersaglio.
Le nostre intenzioni devono essere cristalline, dritte e ben bilanciate.
Una volta che è partita, non tornerà, perciò è meglio interrompere un processo – nel caso in cui i movimenti che hanno portato a esso non siano precisi e corretti – invece che agire comunque solo perché l’arco è già teso e il bersaglio sta già aspettando.
Ma non sbagliare mai non mostrando la tua intenzione solo perché l’unica cosa che ti paralizza è la paura di commettere un errore. Se metti in atto i movimenti giusti, apri la mano e lasci andare la corda, fai i passi necessari e affronti le tue sfide. Anche se non colpisci il bersaglio, saprai come correggere la mira la prossima volta.
Se non ti assumi il rischio, non saprai mai quali sono i cambiamenti da fare.”
P.Coelho

The arrow The arrow is your intention. It is what joins the strength of the bow to the center of the target. Our intentions have to be crystal-clear, straight and well balanced. Once it leaves, it will not return, so it is better to interrupt a process – because the movements that led up to it were not precise and correct – than to act in any way just because the bow was already taut and the target already waiting. But never fail to show your intention if the only thing that paralyzes you is the fear of making a mistake. If you perform the right movements, open your hand and release the string, take the necessary steps and face your challenges. Even if you do not hit the target, you will know how to correct your aim the next time. If you do not take risks, you will never know the changes that needed to be made.”

Sono d’accordo, è una definizione ottima del processo di coaching, delle sue componenti e dei possibili risultati. Intenzione, paura, forza, cambiamento, direzione, precisione, bilanciamento, errore, rischio, bersaglio: tutti ingredienti del coaching.
Quindi lo slogan della mia attività arriva da un vecchio ricordo di scuola, in parte sbagliato, di qualcosa (un “meme”?) che è in circolazione da oltre un secolo e lo stesso slogan richiama un bello scritto di uno scrittore contemporaneo e include il mio personale sentire sul fatto che la vita fluisce e ha una direzione. Un buon esempio di come la vita e io funzioniamo.
Inoltre, a quanto pare, dalle domande dei miei clienti imparo molto sul senso del mio lavoro.
Lo stesso processo vale per il nome Alzaia, ma ne parlerò la prossima volta.