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Cronache dal Bootcamp, Giorno #2

WP_20150429_14_12_18_ProMercoledì 29 aprile. Il jetlag continua a farsi sentire, anche se la tecnica di andare a cena con il resto del team nella casa che alcuni di loro hanno affittato e fare tardi ad ascoltare storie di Jim Mccarthy sui tempi in cui lavorava in Microsoft con Bill Gates e Steve Ballmer mi ha permesso di dormire una notte quasi normale. Oggi è il giorno in cui il team deve creare la visione del prodotto che rilasceremo venerdì. Succedono troppe cose per riuscire a rendere l’idea dell’aria che tira.

Ho iniziato la giornata lavorando al messaggio con cui comunicare al senior management che il team ha completato la fase di allineamento personale ed è pronto a creare la propria visione del prodotto. Il rilascio della visione è previsto per le 3 di oggi pomeriggio. Al momento in cui scrivo il processo è appena iniziato: qualcuno ha proposto “scary ideas” sul prodotto, altri si sono presi il tempo per creare arte e dipingere.

La riunione giornaliera con il management è stata un successo, dal momento che abbiamo dimostrato che siamo in linea con i tempi e abbiamo promesso che rilasceremo il prodotto finale alle 10 am di venerdì 1 maggio.

Quella di ieri con il manaWP_20150428_16_23_23_Progement di secondo livello, invece, è stata emotivamente intensa,

con un sacco di lacrime (da cui lo striscione che si vede nella foto qui sotto) lacrime a una riunione di project leaders? Esattamente, e non perchè qualcuno è stato punito, ma perché l’intensità emotiva e i livelli di impegno personale sono estremamente alti.

Il tempo è migliore di ieri e adesso vado a farmi una passeggiata di 15 minuti per raggiungere il resto del team e lavorare alla visione del prodotto.

Un’ora prima del rilascio del prodotto, insieme a Cristophe e Andrea abbia fatto una passeggiata nel bosco per lavorare sulla nostra visione del prodotto, ne è nata una belissima conversazione su come cambierebbe il mondo se la connessione emotiva tra le persone fosse una dimensione data come lo spazio e il tempo (probabilmente la discussione è stata influenzata dal film Interstellar), con un sacco di visioni su come potremmo funzionare in un mondo del genere e cosa sarebbe possibile. Per quelle magie che avvengono solo in un team allineato, al nostro ritorno la visione del team era formulata e si adattava perfettamente a quello che ci eravamo detti noi tre; gli altri dodici membri (tredici se consideriamo Axel che ha un anno) avevano lavorato all’unisono con noi senza che ci fossimo parlati.

Secondo la regola dei protocolli, la visione condivisa va espressa in una frase concisa di meno di dieci parole, ecco la nostra: “Global Love Bug Epidemic – We Are Carriers”. Il prodotto che andremo a sviuppare sarà coerente con questa visione: domattina la presentazione al management (speriamo bene…).

Per produrre questa visione sono stati necessari molto tentativi intermedi: nella giornata abbiamo prodotto idee per giochi da tavolo, esperimenti con la piattaforma Arduino, progetti per opere d’arte in legno, canzoni e coreografie.

WP_20150429_15_58_43_ProIn mattinata Jim McCarthy ha tenuto un seminario su “Template of generations and generation of templates” in cui ho preso appunti su una tela da dipinti (nella foto gli appunti prima di metterli in ordine) e che ha spaziato dall’epigenetica al software alla psicanalisi… 🙂 Impossibile (come per quasi tutto il Bootcamp) rendere l’esperienza senza averla provata…

Un altro effetto collaterale di questa esperienza è che sto raccogliendo un sacco di spunti e facendo esperimenti su cosa dire alla mia sessione della settimana prossima alla SCRUM Conference di Phoenix della settimana prossima.

In tutto questo, la connessione personale e la condivisione tra i membri del team, per dirla all’americana, “is skyrocketing” 🙂

David Papini

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